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BURKINI E LIBERTA’ DELLE DONNE – religione, politica, cultura, legge – sei punti di vista –

In Agosto i media hanno dato rilievo ai casi di divieto – emanati da sindaci di alcune città francesi – di indossare il burkini in spiaggia, un costume che lascia esposti solamente viso, mani e piedi. Si è iniziato in Costa Azzurra, dove il terrorismo di matrice islamica ha colpito pesantemente in questi mesi. In seguito il Consiglio di Stato, la più alta giurisdizione amministrativa francese, accogliendo le istanze presentate, si è pronunciato contro il divieto del burkini decretato dal comune di Villeneuve-Loubet sulla Costa Azzurra, ritenendolo «gravemente lesivo, in maniera manifestamente illegale, delle libertà fondamentali, che sono la libertà di andare e venire, la libertà di coscienza e la libertà personale», dato che l’uso di tale indumento non provoca turbamento dell’ordine pubblico. In un recente sondaggio il 64% dei francesi si sono detti contrari al burkini.

Alla libertà di andare in spiaggia con il bikini deve corrispondere quella di andarvi con il burkini? Molti sono stati i commenti che sostengono che nel primo caso si assiste a un movimento di liberazione del corpo, mentre nel secondo di asservimento. Ma è il divieto legislativo ad indossarlo che alimenta commenti contrastanti, cosa che non avviene (tranne rarità) per il divieto di indossare il burqa in pubblico, indumento che cela l’identità personale.

Proponiamo alla vostra attenzione cinque articoli

Marc Lazar in “Il burkini e la crisi dello stato laico” commenta la sentenza del Consiglio di Stato, prende atto che i nervi sono a fior di pelle per i numerosi attentati, che il burkini – che corrisponderebbe a un’azione concertata degli islamisti estremisti – ha aperto una duplice linea di frattura tra chi lo condanna in nome dei valori della Francia e della Repubblica, e chi pur non apprezzandolo si schiera in favore della libertà e della tolleranza. Poi gli oppositori del burkini, si dividono sul modo di procedere.

Vito Mancuso in “L’Islam, il Cristianesimo e la polemica sul burkini” risale alle origini con numerose citazioni del Corano e di San Paolo per rendere chiaro “.. che, sia per il cristianesimo sia per l’islam, l’abbigliamento femminile comandato non è una semplice questione di tradizione né tanto meno di gusto, ma suppone una precisa concezione del rapporto uomo-donna all’insegna della subordinazione di quest’ultima”. Afferma. Non è certo un caso che in Occidente l’affermazione della piena parità giuridica uomo-donna abbia avuto come conseguenza la mutazione dell’abbigliamento femminile da cui è scomparso ogni segno di subordinazione, compreso il velo in testa a cui, stando alle severe disposizioni di San Paolo, erano tenute tutte le donne in chiesa fino a solo qualche decennio fa. Sottolinea che: dietro il burkini quindi, e in genere dietro ogni tipo di velatura più o meno ampia (…), c’è l’idea che la donna sia inferiore all’uomo e a lui sottomessa.

Rosanna Virgili in  “Burkini e velo alle donne: non è una storia cristiana” su L’Avvenire replica a Vito Mancuso sostenendo che le lettere di Paolo, all’epoca, rimarcavano il valore della dignità femminile, ricorda  che l’esegesi sta con l’ermeneutica e i testi biblici vanno presi per intero. L’interpretazione per cui l’abbagliamento esprima la subordinazione della donna all’uomo tanto nell’islam quanto nel cristianesimo non è supportata dai testi, la Chiesa cattolica distingue “la parola di Dio” dalle “parole umane”. L’articolo contiene molte citazioni bibliche e coraniche.

Bernard-Henri Lévy in “Il burkini è una trappola, vietarlo è sbagliato” mette in rilievo “il rischio è che i democratici si trasformino in talebani che decidono la misura delle gonne e dei costumi”. Analizza la sfida che è stata posta e la risposta che si dovrebbe dare senza far  progredire il salafismo in Francia”.

Rina Brundu, sul suo sito, pubblica una replica al filosofo francese con un titolo graffiante: del discutibile “femminismo” del Bernard-Henri Lévy chichissimo a proposito del burkini, “questione meramente politica”.

Lillie Dremeaux in “Non siamo più le benvenute” su La Repubblica descrive il vivere in Europa dalle parole delle donne musulmane. Dopo la polemica sul burkini, il New York Times ha chiesto alle europee di religione islamica di raccontare le loro esperienze: hanno risposto in mille, tracciando un ritratto conflittuale del Vecchio continente. Dalla Francia ai Paesi Bassi, la sensazione di essere considerate diverse a causa della fede è comune

Allegati

  • Il burkini e la crisi dello stato laico” _M. Lazar_ La Repubblica
  • L’Islam, il Cristianesimo e la polemica sul burkini_V. Mancuso_ La Repubblica
  • Burkini e velo alle donne non è una storia cristiana_R.Virgili_L'Avvenire
  • Il burkini è una trappola, vietarlo è sbagliato_ Bernard-Henri Lévy _Corsera
  • ll discutibile femminismo del Bernard-Henri Lévy _Rina Brundu_web
  • Non siamo più le benvenute_L.Dremeaux_La Repubblica 5-9-16

Allegato:
il_burkini_e_la_crisi_dello_stato_laico_lazar.doc
lislam_il_cristianesimo_e_il_burkini_mancuso.doc
il_burkini_e_una_trappola_levy.doc
levy_commentato_da_rina_brundu.doc
le_lettere_di_san_paolo_virgili_lavvenire.doc
non_siamo_piu_le_benvenute_dremeaux.doc

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