Quattro articoli di Federico Rampini e un’intervista a Thomas Piketty di Anais Ginori consentono di riflettere su quanto accaduto con “questa” globalizzazione. L’ordine economico degli ultimi 25 anni è rimesso in discussione dal dilagare di movimenti popolari frettolosamente definiti "populismo". L’offensiva liberista avviata da Reagan e dalla Thatcher ha creato fratture che ora stanno provocando reazioni inattese. Oggi Trump ripete gli stessi argomenti di chi era contro gli accordi di libero scambio tra Messico, Usa e Canada.
Primo Luglio. Sciopero nazionale e manifestazione unitaria dei metalmeccanici a Brescia in P.zza della Loggia mentre, a pochi passi, al Teatro Grande si svolgeva l’Assemblea di Federmeccanica, con la partecipazione del nuovo presidente della Confindustria Boccia. I segretari nazionali di Fim, Fiom e Uilm hanno messo sotto accusa la rigidità degli industriali che da otto mesi impedisce un vero negoziato: la loro proposta sul salario “non riconosce al 95% dei lavoratori alcun aumento” rendendo residuale il Contratto nazionale.
Si è spento a Boston, a 87 anni, Eliezer (Elie) Wiesel lo scrittore premio Nobel, nel 1986, per la Pace. Inizia così l'articolo di Elena Loewenthal su La Stampa. Ed è giunta anche per lui quella notte infinita di cui la sua scrittura aveva fatto cifra del male assoluto in terra e in cielo. No, qualcosa di più: La notte di Elie Wiesel è il ritratto del mondo che ha attraversato: il ghetto. Buchenwald. Auschwitz. «Dietro di me sentii il solito uomo domandare: Dov’è Dio. E io sentivo in me una voce che gli rispondeva: Dov’è? Eccolo: è appeso lì, a quella forca». Appeso a quella forca c’era un bambino, ancora vivo per un soffio di tempo. (…)
Il libro di Marco Bentivogli “Abbiamo rovinato l’Italia? Perché non si può fare a meno del sindacato”, è una delle occasione per un dibattito sul tema del sindacato, e più in generale della rappresentanza, nel mondo del lavoro che cambia. Una parte di opinione pubblica vede i sindacati (e i sindacalisti) italiani come una forma di resistenza ai cambiamenti, di ostacolo allo sviluppo della modernità. Luogo comune, strumentazione mediatica o politica oppure c’è stato qualche errore che ha consentito l’affermazione di una visione così feroce?
Il Domenicale de Il Sole del 3 luglio pubblica cinque brevi stralci della prima traduzione italiana moderna del «De immensa Dei misericordia concio» di Erasmo da Rotterdam: un testo del 1524. Erasmo affronta problemi cruciali: chiarisce in cosa consista l’empietà; distingue tra infinita misericordia di Dio e sapienza dei filosofi; si chiede se esista effettivamente l’Inferno; prende posizione contro chi confida nelle buone opere per salvarsi, ignorando la misericordia di Dio; ribadisce la differenza essenziale fra comportamenti umani e amore divino, assumendo spregiudicatamente come pietra di paragone l’adulterio. Così scrive Michele Cilberto nel suo commento.
Dopo il referendum sulla Brexit, Alain De Botton, attacca i leader del Leave: “Hanno mentito. È ora di dire basta alla politica immorale i cittadini britannici sono stati imbrogliati”. Il filosofo inglese lancia pesanti accuse nell’intervista rilasciata a Antonello Guerrera per La Repubblica. Intanto Nigel Farage, dopo il voto, ha ammesso che i sostenitori del Leave non hanno detto il vero promettendo cose non reali.
La lezione di Torino e la mappa degli esclusi è l’articolo di Marco Revelli, su Il Manifesto. Analizza il voto tra centro e periferie utilizzando la mappa interattiva della Fondazione ISI, disegnata dal centro studi del prof. Mario Rasetti, che consente con un clic di leggere i risultati in ogni seggio del primo turno e ballottaggio (vedi allegato) . Revelli conclude così il suo articolo. E’ uno scenario per molti versi inedito. Sicuramente ormai compiutamente post-novecentesco.
Due interessanti riflessioni su Brexit. Luca Ricolfi in Il popolo è sovrano se vota «come deve» su Il Sole, tra molte domande si pone anche questa “sbagliano i benestanti a guardare a sinistra? E sbaglia il popolo a guardare altrove? (aprire allegato). Viky Franzinetti invia “Due riflessioni su Brexit” ponendo anch’essa quesiti scomodi iniziando così “...la sinistra non si occupa più di poveri ma solo di valori per una ragionevole classe media. Come diceva mio figlio, se solo potessimo reintrodurre un voto censuario vincerebbe la sinistra.
A distanza di 24 ore, D’Alema e Prodi hanno rilasciato due interviste sul PD e sul Governo: critiche molto severe ma di “taglio” nettamente diverse. D’Alema, su Il Corsera, insiste sulla separazione degli incarichi tra segretario Pd e premier, sulla collegialità delle decisioni e annuncia il No al referendum. Prodi pone l’accento sulle politiche: i populisti crescono perché c’è troppa ingiustizia. L’ascensore sociale è bloccato e dentro si soffoca. Due anni bastano per logorarsi, necessario cambiare politiche. Prodi e D’Alema non si sono mai “presi”, hanno analisi e proposte molto diverse.
Quanto è scritto sul sito della diocesi di Torino www.diocesi.torino.it può far comprendere molto su cosa si può trovare nel retro di un negozio con una bella vetrina. Le due città possono essere anche questo. Quanto pubblicato con questo lungo abstract è l’intera home page del sito della diocesi, con allegati, compreso il testo integrale della Lettera alla Città..
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