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TERREMOTO ALLO “STATU QUO” – Germania e Kurdistan – Europa e Medio Oriente – in progress –

Domenica 24 settembre si è votato per il Bundestag in Germania, Lunedì 25 per il referendum per l’indipendenza del Kurdistan. Sono eventi che incideranno sulla politica europea e su quella internazionale molto di più degli eventi italiani a cui i media danno un grande rilievo, spesso al di là  di un’informazione rispettosa dei fatti e della loro effettiva incidenza sulla realtà. Alleghiamo SEI articoli, pubblicati su La Stampa, Il Messaggero e il Foglio e sul Web.

1 – I tre allarmi che arrivano da Berlino di Gian Enrico Rusconi, su La Stampa. Inizia così. Inatteso ma inconsciamente temuto, l’esito delle elezioni tedesche ha mutato drammaticamente il quadro della politica tedesca e indirettamente quello europeo. Tre sono i punti critici. Berlino ha perso la sua stabilità politica, a dispetto della conferma di Angela Merkel. La catastrofica sconfitta della Spd (la peggiore della sua storia) è un segnale d’allarme per l’intera sinistra europea, sotto qualunque denominazione essa si presenti. Segna forse la fine del socialismo democratico nella sua secolare versione classica? Infine il successo di Alternative für Deutschland invita a considerare più da vicino le motivazioni dei cosiddetti populisti, al di là delle loro pulsioni razziste. Angela Merkel è davanti alla sua prova più difficile. Il suo governo dovrà fare i conti con una doppia opposizione, decisa a farsi sentire. Una anti-europea, anti-immigrazione, latentemente razzista; l’altra pro-europea, tendenzialmente aperta all’integrazione, determinata a correggere energicamente gli squilibri sociali interni (socialdemocrazia e Linke). (…)

2 – La sfida di un bundestag inedito, sulla strada del nuovo governo di Michele Valensise, La Stampa, che così inizia. I risultati di ieri sera sono stati un terremoto nel sistema più stabile d’Europa. La forte scossa ha travolto i due maggiori partiti, alleati fino a oggi nella grosse Koalition, e catapultato nel Bundestag Alternative für Deutschland (AfD) con un’affermazione superiore alle previsioni. Sull’immagine rassicurante della Cancelliera, che puntava su competenza e continuità, si sovrappone il volto di Alice Weidel, giovane leader dell’estrema destra col sorriso della prima della classe che non lascia copiare la compagna di banco. (…)

3 – Fine della tutela tedesca. La Merkel costretta a cambiare gioco nella UE di Romano Prodi, su Il Messaggero, che così inizia. Finalmente è arrivato il giorno delle elezioni tedesche: da mesi l’Europa trattiene il fiato in attesa di un evento quasi scontato. Per la cancelliera Merkel non vi dovrebbero essere sorprese anche se si fanno mille ipotesi sul tipo di coalizione che ne risulterà. Se cioè continuerà l’alleanza con i socialdemocratici o se la crisi di questo partito spingerà verso una coalizione con i liberali e i verdi. Sulle possibili alleanze e sulle conseguenze si discuterà a fondo nei prossimi giorni ma sembra certo che, in caso di un probabile quarto mandato, la Cancelliera cercherà di proseguire nella linea che le ha dato tanto successo in passato. Una linea che ha consolidato le positive conseguenze dell’unificazione tedesca e che ha portato la Germania ad essere l’indiscusso leader dell’Unione Europea. (…)

4 – Prime considerazioni sui numeri delle elezioni tedesche. Chi ha votato Afd e chi ha scaricato Angela.  Alleghiamo due interessanti articoli sui dati e sui flussi. Uno di Franco Astengo, su Web. L'altro di Letizia Tortello su La Stampa. Così inizia Astengo. Di seguito si trasmettono  alcune valutazioni sul risultato delle elezioni tedesche svoltesi il 24 Settembre, nel tentativo di verificare gli scostamenti sulla base delle cifre in numeri assoluti e non soltanto sulle percentuali. 1- Il primo dato che emerge riguarda la tenuta del sistema nel suo complesso, almeno del punto di vista della partecipazione elettorale. La Germania è attraversata da alcune contraddizioni di grandissimo rilievo, da quella riguardante il flusso dei migranti, all’emergere di un livello di disuguaglianza sociale molto forte al punto di verificare il fenomeno di un vero e proprio “abbandono” da parte dello stato sociale di interi strati di popolazione, al consolidarsi di forti differenze tra una parte e l’altra del Paese a distanza di oltre venticinque anni dalla riunificazione tra BDR e DDR. Ciò nonostante i tedeschi hanno partecipato al voto in misura massiccia, anche se il sistema elettorale tedesco non è costruito sull’idea (tanto agognata dalle nostre parti) che alla domenica sera si debba già sapere chi ha vinto, chi sarà il primo ministro che governerà per 5 anni.  Si è verificato, infatti, un incremento in valori assoluti e in percentuale del totale dei voti validi (riferimento di tutti i dati la parte proporzionale delle espressioni di voto). Data la partecipazione complessiva (inclusi coloro che hanno espresso voto bianco o nullo per un totale di 851.992 suffragi mancati) al 76,16%, i voti validi si sono incrementati tra il 2013 e il 2017 di 2.016.842 unità passando da 44.309.925 a 46.326.767; (…) seguono altri quattro punti

5- Il referendum curdo nella morsa di Iran e Turchia di Giordano Stabile, La Stampa, che così inizia. Oggi il voto per l’indipendenza. Barzani: moriremo combattendo Ankara invia truppe al confine. E Teheran sigilla la frontiera . Meglio morire combattendo che lentamente di fame. Nel palazzo presidenziale di Sari Blend il leader curdo Massoud Barzani spiega così il perché del referendum sull’indipendenza. E perché ha deciso di tenerlo ora, senza aspettare qualche mese, qualche anno, come gli chiede la comunità internazionale. Appare affaticato. Ha ricevuto ambasciatori e telefonate fino all’ultimo momento. Ai confini della nuova nazione che sta per nascere si addensano minacce sempre più concrete. L’Iran ha chiuso il suo spazio aereo ai voli dal Kurdistan e sospeso tutti i collegamenti con Sulaymaniyah ed Erbil su «richiesta dell’autorità di Baghdad». La Turchia ha trasformato le manovre di avvertimento alla frontiera, nella zona di Silopi, in un presidio permanente, il preludio di una possibile invasione con decine di migliaia di soldati e centinaia di tank. Il Parlamento ha approvato compatto la mossa; i media vicini al presidente Recep Tayyip Erdogan parlano di «ultimo avviso». (…)

6- Minoranze in Kurdistan, problema complesso di Toni Ferigo. Così inizia. L'articolo di Stabile sulla Stampa descrive  bene la situazione nella capitale del Kurdistan irakeno e i pericoli che si profilano dopo il referendum per l'indipendenza del 25 Settembre. Forse un accento sulle grandi manifestazioni che hanno segnato la campagna per il si, dimostrazione della volontà e fierezza kurda per la realizzazione di un sogno antico, sarebbe stato opportuno per cogliere il clima. (…)

Inoltre vedi l’articolo già pubblicato sul nostro sito. REFERENDUM PER L'INDIPENDENZA CURDA – A.Sofri – 25 settembre, aumentano i dubbi Usa –

https://www.sindacalmente.org/content/referendum-lindipendenza-curda-asofri-25-settembre-aumentano-i-dubbi-usa

Allegato:
i_tre_allarmi_che_arrivano_da_berlino_rusconi.doc
la_sfida_di_un_bundestag_inedito_valensine.doc
fine_della_tutela_tedesca_cambia_il_gioco_nella_ue_prodi.doc
il_referendum_curdo_stabille_stampa.doc
prime_considerazioni_sui_numeri_del_voto_tedesco_astengo.doc
ecco_chi_ha_votato_afd_tortello_stampa.doc
minoranze_in_kurdistan_ferigo.doc

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