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IL VOTO AMERICANO E L'ECONOMIA - staff di generali e petrolieri - Putin, Cina, Taiwan, Eu -

PostDateIcon Lun, 12/12/2016 - 10:03 | PostAuthorIcon Redazione

Donald Trump sceglie un re del petrolio, il Ceo della Exxon-Mobil, Rex Tillerson, come futuro segretario di Stato. La staff di ministri e consiglieri (v.allegato) accentua le caratteristiche lobbystiche e militari, determinando forti perplessità nello stesso campo repubblicano. Dopo la disfatta dell'intellighenzia (Monde diplomatique allegato) anche Silicon Valley in processione da Trump (allegato). Cosa cambierà nei rapporti internazionali con l'ideologia della neo sovranità (v.allegato) e dopo il rapporto privilegiato con Putin?

E con la Cina dopo gli strali di Trump? I media hanno dato più rilievo all’inedita telefonata fatta da Trump alla presidente di Taiwan che all’incontro di Henry Kissinger, il  2 dicembre, con il presidente cinese Xi Jinping, durante il seminario, a Pechino, sulle relazioni sino-americane.

Chi ci perderebbe e chi ci guadagnerebbe con il protezionismo sbandierato da Trump in campagna elettorale? Henry Kissinger, premio Nobel ed ex segretario di Stato Usa parlando da Oslo, ha detto in questi giorni che  il tycoon è una personalità «senza precedenti nella storia moderna degli Stati Uniti, ma evitiamo di giudicarlo in base alla retorica della sua campagna elettorale». «Lasciamo alla nuova amministrazione la possibilità di presentare le sue politiche internazionali».

Merci, investimenti e debito pubblico, quel triplo nodo tra Cina e Usa: nel 2016 il paese del Dragone ha investito oltre 70 miliardi per acquisire aziende americane e controlla 1.200 miliardi di titoli di Stato Usa. (vedi articolo allegato di Filippo Santelli). Anche la nota dell’ISRIL n.38 (allegata) si sofferma sul futuro dell’economia americana nell’era di Donald Trump. La Nota sul programma elettorale di Trump è presentata da Giuseppe Bianchi, presidente Isril, con questa premessa. Il contributo di Mario Lettieri e di Paolo Raimondi ha il merito di illustrare alcuni obiettivi del programma elettorale di Trump che sono valsi a fargli conquistare la presidenza in modo inaspettato. Egli ha saputo interpretare la frustrazione di una classe media impoverita, non più disposta al ruolo di asse portante di un sistema in cui non si riconosce più e pronta ad allearsi con chiunque prospetti ipotesi di cambiamenti radicali. E Trump non ha lesinato nelle sue promesse: investimenti pubblici in deficit nelle infrastrutture, reindustrializzazione a tutela degli operai bianchi, protezionismo economico a sostegno delle produzioni locali, investimenti militari per una politica di potenza dai contorni inquietanti.

Il suo successo è dipeso dalla capacità di connettersi con una realtà sociale, senza voce, una maggioranza silenziosa, ed offrire una piattaforma elettorale che, nonostante la sua scarsa coerenza, è risultata credibile ai cittadini non certo sprovveduti di una società avanzata sul piano scientifico e della cultura democratica. Un campanello di allarme per i paesi europei in vista delle prossime verifiche elettorali. Anche in questi paesi esiste una classe media logorata da anni di austerità, impaurita dai fenomeni dell’immigrazione, delusa dal processo di ripiegamento delle ambizioni legate all’unificazione dell’Europa.

Una condizione, altrettanto favorevole come negli USA, all’emergere di qualche “pifferaio magico” prodigo di strabilianti promesse.

Un fatto inedito per le nostre democrazie liberali perché i suoi nemici sono ora interni, nella pancia del disagio sociale nella quale prosperano i germi del populismo antisistema.

Dopo la Brexit ed il fenomeno Trump non sarà facile per i governi europei risalire la china. Occorre il coraggio intellettuale di recuperare e dare sostanza ai paradigmi di quell’economia sociale di mercato che ha costituito l’identità valoriale del continente europeo. Quella capacità, cioè, di governare le dinamiche tecnologiche e di mercato in termini socialmente solidali.

Obiettivo che richiede una riconsiderazione delle istituzioni dello Stato sociale il cui ruolo di contenimento delle diseguaglianze si è venuto affievolendo nel tempo.

Per maggior informazione aprire gli UNDICI allegati

AllegatoDimensione
nota_isril_n._38-2016_-_economia_e_finanza_i_test_chiave_dellamministrazione_trump.doc358 KB
tripolo_nodo_cina_usa_santelli.doc73.5 KB
economia_usa_chi_guadagna_con_trump.pdf1.09 MB
economia_usa_chi_perde_con_trump.pdf1022.63 KB
trump_staff_e_ministri_avvenire.doc31 KB
trump_i_ministri_scelti.pdf492.42 KB
silicon_valley_in_processione_da_trump_corsera_15-12-15.pdf2.4 MB
la_disfatta_dellintellighenzia_monde_diplomatique.pdf3.43 MB
lideologia_neo_sovranita_di_trump_miele.doc42 KB
anche_rockerduck_nella_squadra.pdf1003.39 KB
il_profilo_di_rex_tallison_segretario_di_stato_ferigo.doc33 KB
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