I PESSIMI DATI SULLA SCUOLA – otto deleghe approvate – 3 su 4 siamo analfabeti di ritorno? –

A metà Gennaio, a poche ore dalla scadenza dei 18 mesi, il governo Gentiloni ha approvato le otto deleghe (su nove) contenute nella legge 107, che contiene le linee guida, varate nel 2014, per la Buona Scuola. Nonostante l’augurale titolo la strada da percorrere è ancora molta e controversa. L’ottimismo potrà arrivare se la partecipazione e condivisione alle scelte, in primo luogo dei protagonisti e attori della scuola, saranno ben diverse da quanto registrato con il governo Renzi. Abbiamo selezionato alcuni articoli per orientarsi, più che fare il punto, cosa complessa anche per chi vive all’interno della scuola.

Enzo Friso nell’articolo I pessimi dati italiani su scuola e istruzione, su Il Corriere delle Alpi, evidenzia ciò che spesso si preferisce ignorare, quella “metà bottiglia vuota, o più”. Così inizia. In più occasioni, e da più parti, è stato posto l’accento sul ruolo fondamentale della scuola per assicurare uno sviluppo economico e sociale sostenibile del Paese. Viviamo ormai in un una “società della conoscenza” e solo sapendo adeguarci alle sue esigenze, la nostra economia potrà competere con successo in un mercato globalizzato”. Seguono dati. (…)  v.allegato

Mimmo Candito, poco prima dell’approvazione delle otto deleghe, esprime anch’esso, su La Stampa, un severo giudizio sul pianeta scuola in un articolo dal lungo titolo Il 70 per cento degli italiani è analfabeta (legge, guarda, ascolta, ma non capisce). Così inizia. Non è affatto un titolo sparato, per impressionare; anzi, è un titolo riduttivo rispetto alla realtà, che avvicina la cifra autentica all'80 per cento. E questo vuol dire (…) che 3 su 4 sono analfabeti (…). In che senso?  Che sono incapaci di ricostruire ciò che hanno appena ascoltato, o letto, o guardato in tv e sul computer. La complessità della realtà gli sfugge, colgono soltanto barlumi, segni netti ma semplici, barlumi di frasi (…). Al termine questa nota: Questo testo é un omaggio a Tullio De Mauro, morto nei giorni scorsi, che ha portato la linguistica fuori dalle aule dell'accademia, e l'ha resa uno degli strumenti fondamentali di analisi di una società.  (v.allegato)

Claudio Tucci in Così cambia la scuola. Maturità solo con la formazione in azienda, su Il Sole,ben sintetizza i contenuti delle otto deleghe della Legge 107,  approvate dal governo Gentiloni. Così inizia. L’approvazione di otto decreti legislativi sui nove previsti per la sua attuazione completa diventa allora l’occasione per fare un bilancio complessivo della riforma varata dal tandem Renzi-Giannini il 3 settembre 2014 sotto forma di linee guida. E diventata legge a luglio dell’anno dopo. Andando a osservare come è cambiata nel frattempo la quotidianità di studenti, docenti e presidi. Partiamo da questi ultimi. Che dovevano diventare degli “sceriffi. (v.allegato)

Maria Teresa Martinengo in Al lavoro in Abruzzo gli operai ex studenti della “classe Enel” , su La Stampa, racconta l’esperienza di studenti elettrotecnici dell’Avogadro, che hanno sperimentato per due anni il percorso alternanza-lavoro. Un articolo interessante, descrive un’esperienza positiva. Il preside dell’Avogadro, Tommaso De Luca ha espresso questo giudizio: «In questo percorso, nei ragazzi sono emerse qualità che la scuola di solito non rileva. Il nostro metro resta quello dei risultati scolastici, certe caratteristiche positive non riescono ad emergere». v.allegato

Ernesto Galli Della Loggia in L’abbandono della scuola al tempo dell’abdicazione della politica,  su Il Corriere della Sera, inizia così la sua riflessione. Dagli anni Ottanta i poteri dei ministri sono passati agli esperti, cancellando nei programmi ogni valenza formativa. E, per gli alunni, l’insegnamento ora è insignificante. Quali sono le ragioni profonde della crisi radicale che in Italia ha colpito l’istruzione, la sua organizzazione e si direbbe la stessa dimensione educativa? Le opinioni differiscono parecchio ma per capire davvero credo sia necessario fare ciò che solitamente non si fa: riprendere il discorso dall’inizio, riandare alla storia. La scuola che noi conosciamo, la scuola pubblica (…) v.allegato

Eugenio Bruno in Il bilancio della «Buona scuola», su Il Sole, scrive: I principali stakeholders di un sistema educativo sono gli studenti. Ma nell’Italia delle mille riforme a metà un assunto così pacifico in teoria raramente lo è stato anche in pratica. Un copione che – ahilei e soprattutto ahinoi – la Buona Scuola rischia ora di confermare. (…) v.allegato

In Riflessioni, il blog di Francesco Macri – Fidae –  potete trovare numerosi articoli sulla riforma scolastica. https://francescomacri.wordpress.com/category/riforma-scolastica/

Per saperne di pìù aprire gli allegati e navigare un pò…

Allegato:
importanza_della_scuola_friso_coriere_delle_alpi.doc
il_70_per_cento_degli_italiani_e_analfabeta_candido.doc
cosi_cambia_la_scuola_tucci_il_sole.doc
lavoro_in_abruzzo_scuola-lavoro_martinengo_stampa.doc
la_scuola_e_labdicazione_della_politica_e.della_loggia_corsera.doc
il_bilancio_della_buona_scuola_bruno_il_sole.doc
scuola-lavoro_per_un_milione_di_studenti_tucci_il_sole.doc
in_cattedra_solo_con_concorso_corsera.pdf

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