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FOCUS SUI 20 CAPOLUOGO - F.Astengo - tanto "verde" e alta la volatilità elettorale - 5 allegati -

PostDateIcon Mar, 12/06/2018 - 10:41 | PostAuthorIcon Redazione

Così inizia Franco Astengo. Non è facile riuscire a fornire un indirizzo politico complessivo ai dati usciti dalle urne il 10 giugno scorso: elezioni comunali che hanno visto impegnati, tra gli altri, elettrici ed elettori di 20 Città capoluogo. Brescia, Catania, Siena, Pisa, Ancona, Avellino, Barletta, Brindisi, Imperia, Massa, Messina, Ragusa, Siracusa, Sondrio, Teramo, Terni, Trapani, Treviso, Vicenza, Viterbo: su questi 20 comuni si è concentrato il nostro tentativo di focus.

Tentativo perché di nient’altro si è trattato proprio perché l’obiettivo è quello di stabilire l’individuazione di un “trend” sul piano esclusivamente politico cercando di raffrontare i dati del 10 giugno con quelli espressi, nelle stesse Città, il 4 marzo in occasione delle elezioni legislative generali. Ci troviamo di fronte, nuovamente, ad una alta volatilità elettorale (Diamanti azzarda un “elettorato liquido”) che fino a qualche anno fa non si reperiva facilmente nelle urne italiane.

Astengo prosegue, come da sua caratteristica di studioso, analizzando città per città il voto elettorale nei 20 capoluoco del 10 giugno confrontandolo con quelli delle politiche del 4 marzo e raccoglie le sue valutazioni in questi sette punti.

In conclusione, aspettando di poter effettuare analisi più dettagliate anche rispetto al tipo di presenza realizzato dalle liste civiche, si può affermare:

  1. Si è registrato un netto calo di partecipazione (rispetto al 2013 – 6% );
  2. Le liste civiche, sia di appartenenza sia apparentemente “apartitiche” hanno ottenuto buoni risultati dimostrando di incontrare il favore dell’elettorato più incline a localismi per così dire “temperati”;
  3. Il centro – destra, comprendendo la Lega, ha ottenuto una netta maggioranza. Pur tuttavia il partito di Salvini, nonostante l’incensamento dei media non appare in grado di produrre un livello di crescita tale da consentirgli di snobbare il quadro di alleanze all’interno del quale si è sempre tradizionalmente inserito. Il declino di Forza Italia continua, ma andrebbe valutato meglio appunto al netto delle liste civiche d’appoggio. Il voto di Fratelli d’Italia può essere giudicato usando il vecchio motto occhettiano dello “zoccolo duro”;
  4. sul PD si possono confermare i giudizi dei principali organi di stampa: esce malconcio, perdendo molto potere, ma ancora vivo. Forse sarebbe il caso per i democratici di guardare meglio al territorio;
  5. a Sinistra prosegue la frammentazione che produce marginalità. L’unica forza che appare, sia pure in dimensioni limitate, provvista di una certa identità anche elettorale sembra essere Potere al Popolo ricordiamo che questa lista, almeno alle elezioni politiche era stata promossa dagli attivisti napoletani dei centri sociali, dopo il fallimento dell’assemblea del Brancaccio, cui avevano aderito, tra le principali formazioni, Rifondazione Comunista, Comunisti Italiani e Rete dei Comunisti);
  6. per il Movimento 5 stelle appare davvero presto scrivere già di elezioni di Midterm ma la composizione davvero arlecchinesca del suo elettorato raccolto come voto di protesta ha come conseguenza una estrema volatilità che si è già espressa, assieme al limite di presenze territoriali che si dimostrano davvero poco incisive.
  7. l’estrema destra  appare, almeno sul piano elettorale, sempre più ai margini del sistema.

In allegato il testo completo

Vedi arche gli articoli (allegati) pubblicati su Il Corriere della Sera, Il Fatto Qutidiano, Il Manifesto

 

AllegatoDimensione
amministrative_numeri_sparsi_10-6-2018_astengo.doc91.5 KB
al_centro_destra_il_primo_round_corsera.pdf492.89 KB
voto_centrodesta_verde_e_si_salva_pd_marchina_fq.pdf848.85 KB
ecco_perche_salvini_ha_vinto_padellaro_fq.pdf1.35 MB
destra_mutante_rangeri.doc42.51 KB
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