Così inizia Franco Astengo. Non è facile riuscire a fornire un indirizzo politico complessivo ai dati usciti dalle urne il 10 giugno scorso: elezioni comunali che hanno visto impegnati, tra gli altri, elettrici ed elettori di 20 Città capoluogo. Brescia, Catania, Siena, Pisa, Ancona, Avellino, Barletta, Brindisi, Imperia, Massa, Messina, Ragusa, Siracusa, Sondrio, Teramo, Terni, Trapani, Treviso, Vicenza, Viterbo: su questi 20 comuni si è concentrato il nostro tentativo di focus.
Tentativo perché di nient’altro si è trattato proprio perché l’obiettivo è quello di stabilire l’individuazione di un “trend” sul piano esclusivamente politico cercando di raffrontare i dati del 10 giugno con quelli espressi, nelle stesse Città, il 4 marzo in occasione delle elezioni legislative generali. Ci troviamo di fronte, nuovamente, ad una alta volatilità elettorale (Diamanti azzarda un “elettorato liquido”) che fino a qualche anno fa non si reperiva facilmente nelle urne italiane.
Astengo prosegue, come da sua caratteristica di studioso, analizzando città per città il voto elettorale nei 20 capoluoco del 10 giugno confrontandolo con quelli delle politiche del 4 marzo e raccoglie le sue valutazioni in questi sette punti.
In conclusione, aspettando di poter effettuare analisi più dettagliate anche rispetto al tipo di presenza realizzato dalle liste civiche, si può affermare:
In allegato il testo completo
Vedi arche gli articoli (allegati) pubblicati su Il Corriere della Sera, Il Fatto Qutidiano, Il Manifesto
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