DIRITTI SINDACALI, DIRITTI DELLE DONNE – Osservatorio Meditterraneo –

Alleghiamo gli ultimi due quaderni dell’Osservatorio Mediterraneo a cura di Paralleli (ong). Quello di Febbraio ( il n.8) ha approfondito la questione del lavoro e del sindacato in Tunisia ed Egitto dopo gli eventi della cosiddetta Primavera Araba. Per quanto riguarda la Tunisia, è stato analizzato il ruolo del sindacato storico UGTT, prima e dopo la Rivoluzione dei Gelsomini: quali sono le sfide già affrontate e quali quelle ancora da affrontare? Per quanto riguarda l’Egitto, l’attenzione si è focalizzata sulla la nascita, durante e dopo la rivoluzione del 25 Gennaio, di formazioni sindacali indipendenti: una “rivoluzione nella rivoluzione” che ha portato alla formazione della Federazione Indipendente dei Sindacati Egiziani (EIFTU), interrompendo il monopolio dell’ETUF, sindacato “unico” dal 1957. Questa nuova costellazione di attori si trova ad affrontare difficili scommesse, sia rispetto al ruolo del governo, che pare non abbandonare le vecchie abitudini (Legge d’Emergenza e processi sommari ai lavoratori), sia rispetto alle interferenze della Fratellanza, volte proprio a limitare l’autonomia di queste nuove realtà.

Il Quaderno di Marzo (n.9) ha approfondito i temi legati alla “questione di genere” ed al mondo dell’associazionismo femminile, in Marocco, Tunisia ed Egitto. Si è tentato di comprendere, attraverso la testimonianza ed il contributo diretto di attiviste, impegnate in prima linea sul fronte delle rivendicazioni dei diritti, quali sono le sfide, post rivoluzione, che le donne si trovano ad affrontare, nei rispettivi paesi, dal punto di vista istituzionale e sociale; quali i passi avanti compiuti con la Primavera Araba e cosa è cambiato, nella sostanza, rispetto a prima. Per quanto riguarda il Marocco, attraverso la testimonianza di Jamila Hassoune, si è ripercorsa la storia del femminismo nel paese, dalla nascita delle prime associazioni femministe, nel 1980, alla promulgazione della Moudawana, nel 2004, sino alle più recenti mobilitazioni che hanno visto le donne, protagoniste attive, durante i giorni della Primavera Araba. Per quanto riguarda la Tunisia, si è discusso con Doudech Sarra della difficile situazione che si trovano ad affrontare oggi le donne: se la rivoluzione da un lato ha concesso loro più libertà di espressione, per contro pare che i diritti basilari, sanciti dal Codice di Statuto della Persona nel 1956, vengano quotidianamente messi in discussione. Con Chekhi Hafidha si è accennato al dibattito attorno alla “questione di genere” che si fa sempre più animato, tra islamisti e laici, tra femministe laiche o salafite, ognuna delle quali rivendica i propri diritti e i propri doveri, in nome della sua particolare ideologia e dei valori in cui si riconosce, ed si è affrontato il tema dell’associazionismo femminile tunisino, oggi più che mai attivo. Per quanto riguarda l’Egitto, con Amal Abdel Hadi si è parlato della escalation di violenza ai danni delle donne ma anche della nascita di network o gruppi, sempre più numerosi, che si occupano di “questioni di genere”, a dimostrazione del fatto che le donne non intendono arrendersi. Per offrire una panoramica completa sono stati inseriti box di approfondimento ad hoc, circa le fondamentali tappe storiche del femminismo, nei tre paesi sopra menzionati.

  • Per approfondire e documentarsi leggi i due quaderni allegati

Allegato:
osservatorio_mediterraneo_n.8_febbraio_2013.pdf
osservatorio_meditteraneo_n.9_marzo_2013.pdf

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