ANTICHI E NUOVI APARTHEID, NUOVE FORME DI RIVOLTA – 8 Marzo – da Rosa Parks al medio oriente –

Per l' 8 marzo molti sono stati gli articoli in omaggio alle donne, alle loro lotte, al loro ruolo insostituibile. Le diseguaglianze persistono in ogni parte del mondo, anche dove i diritti sulla carta sono sanciti. Tante sono ancora, seppur diverse, le modalità di “segregazione” e le forme di  apartheid verso le donne. Per questo ricordiamo un fatto della storia, accaduto cinquant’anni fa negli Stati Uniti, ad Alabama, quando una donna nera in modo pacifico diede il segnale di rivolta

Il primo dicembre 1955 Rosa Louise MaCauly sposata Parks, dopo una giornata di lavoro particolarmente pesante, salì sull'autobus, ed essendo esausta si mise a sedere in una delle file riservate ai bianchi. Il conduttore dell’autobus  mezzo, vedendo un bianco in piedi, la richiamò pretendendo che lei si alzasse e gli cedesse il posto. Rosa Parks si rifiutò e venne arrestata. Così cominciò la battaglia non violenta contro l'ingiustizia e l’apartheid contro i negroes (così venivano chiamati con disprezzo). (vedi allegato e link)

http://it.wikipedia.org/wiki/Rosa_Parks

Lo speciale “La metà di tutto” di R2 – La Repubblica del 6 aprile, con articoli di Natalia Aspesi, Concita De Gregorio, Elena Stancanelli, Anais Ginori, Stefano Bartezzaghi, Vittorio Zucconi, Adriano Sofri, Gabriele Romagnoli, Maurizio Ricci (quanti uomini!) descrive quanto è avvenuto e avviene nell’altra parte del cielo.  Vedi il link

http://pazzoperrepubblica.blogspot.it/2015/03/repubblica-per-la-festa-della-donna.html

Citiamo brevissimi stralci da questo speciale. L'attrice Emma Watson, ambasciatrice dell'Onu per i diritti delle donne, ha rivolto un appello agli uomini "La parità di genere è anche un problema vostro" e anche diventata sostenitrice dell'organizzazione "He For She" in linea con il femminismo di ultima generazione, quello della ”quarta ondata” che si distingue dalla filosofia e pratica separatista degli anni '70-’80 e vuole anche accogliere quel desiderio di “emancipazione” maschile, sia pure, in molti casi inconscio.

Un bel problema: qualche movimento in tal senso già esiste, una delle strade per recuperare un gap culturale e esistenziale davvero impressionante che il mondo maschile, storicamente, ha cercato di contrastare con il denaro e il potere, determinando lo squilibrio attuale.

In Europa le laureate donne sorpassano i laureati maschi. Ci sono molti altri indici che segnano il costante avanzamento “della metà del cielo”, anche nei paesi ove la donna è calpestata da secoli nei diritti di libertà e della persona.

Adriano Sofri ha dato due risposte, alla domanda “che cosa deve fare l’uomo per rendere migliore la condizione delle donne? Le cose che non deve fare più sono due: una evidente, guardarsi da violenza e prepotenza, l’altra meno evidente, non ritenersi investito della missione di proteggere le donne. (…) .

Dobbiamo porre più attenzione a quanto avviene nel medio oriente e dintorni.

Sulle giovani donne curde in armi, per difendersi e per difendere valori inderogabili dalla violenza delle milizie del Califfato, racconta in "Un nuovo modello di rivolta"  Bia Sarasini.

In Turchia e in Afghanistan sono avvenute manifestazioni, con protagonisti giovani maschi, che con grande e coraggiosa ironia hanno sfidato il costume secolare dei loro paesi, sfilando con la gonna e con il burqa. (vedi allegato) .

Ha, infine, un senso ricordare il fatto politico-culturale avvenuto settimane orsono a Baghdad dove, per la prima volta in Irak, è stata nominata dal governo una donna come sindaco. (vedi allegato)

allegati   –

  • due articoli su Rosa Parks 1955
  • donne curde in armi
  • giovani ironici in gonna e burga in Turchia e a Kabul
  • per la prima volta una donna è sindaco a Baghdad

 

Allegato:
rosa_parks_dal_web.doc
rosa_parks_1955.doc
un_nuovo_modello_di_rivolta_sarasini.doc
accade_a_kabul_e_in_turchia_ciccone-leiss.doc
la_prima_di_baghdad_cruciani.pdf

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