Continuano le uccisioni di sindacalisti in Colombia. Nel solo mese di gennaio, due sindacalisti sono stati assassinati dagli squadroni della morte, organizzazioni paramilitari delegate dai ceti dominanti ad eliminare i leader del nuovo movimento sindacale, nato dopo decenni di dittature militari. La denuncia viene da organizzazioni sindacali transatlantiche che raggruppano i sindacati degli Stati Uniti, Canada, Inghilterra, Scozia e Irlanda le quali hanno inviato una forte protesta al presidente della Colombia.
Lo scenario italiano e mondiale è sovrastato dal "voto dei marcati" che dovrebbe prevalere su tutti gli altri voti della rappresentanza democartica e sociale. Un voto contrassegnato da speculazioni a volte inenarrabili ben lungi dalla definizione corretta che il pensiero liberista assegnò a questo termine. Al voto dei mercati si può contrapporre il voto sociale, se ben organizzato e rappresentativo. Le modalità possono essere diverse tra queste certamente uno sciopero generale dei lavoratori europei. E' cosa possibile?
Que se vayan todos.Siamo a pochi giorni dal Natale 2001, e il paese del Cono Sur è in una profonda crisi economica, finanziaria, politica e sociale, dovuta alle scelte scellerate di un governo neoliberista che - conclusasi la triste parentesi della dittatura - ha svenduto il paese ai privati, principalmente stranieri, seguendo tutte le ricette del Fondo Monetario Internazionale. Tanto da guadagnarsi il plauso e l’appellativo di migliore alunno dall’istituzione finanziaria internazionale. Ma gli argentini non ci stanno...
Allegato - L'Argentina dieci anni dopo di Elvira Corona 16 gennaio 2012
A Porto Alegre, la presidente brasiliana incontra il popolo del Social forum, affrontando anche le contestazioni dei settori in difficoltà. Bagno di folla, uomini, donne e lavoratori. "Il nostro paese è un laboratorio contro la disuguaglianza" afferma Dilma Rousseff. L’ingresso al gigantinho, il complesso sportivo dello storico club dell’Internazionale di Porto Alegre, il 26 gennaio era presidiato dai militanti del Partito del Lavoro e dalla base della CUT di Rio Grande do Sul, perché Dilma Rousseff è la loro Presidente. E’ bene mettere le cose in chiaro.
Il Brasile è divenuto nel 2011 la sesta potenza mondiale , classificandosi davanti al Regno Unito e all’Italia. Gli Usa conservano il primo posto, il secondo la Cina, terzo il Giappone, quarto la Francia e via di seguito. La conferma viene dal Fondo Monetario Internazionale: il PIL brasiliano ammonta alla straordinaria cifra di oltre 2.440 miliardi di dollari, con una crescita record nel 2010 pari al 7,50%.
Al rating declassato di Standard & Poor’s l’Europa può e deve reagire. Il rating è un’opinione sulle aspettative future. Nel caso è anche una manovra politica di indebolimento della zona euro. Le agenzie di rating che oggi influenzano la finanza, in particolare quella occidentale sono americane. La “doccia gelata” di venerdì 13 gennaio scuote la costruzione fragile e poco efficace del Fondo Salva Stati creato dai 27 paesi della Comunità Europea ( di cui solo 17 nell’area euro).
La notte di Budapest riguarda tutti. L'Europa non ignori l'Ungheria. L'Europa mette la Grecia al bando dalle sue nazioni per aver trasgredito - in effetti gravemente - alle regole della buona governance economica e finanziaria. Dieci anni fa scomunicava -e a ragione - un'Austria i cui dirigenti conservatori si erano alleati con il leader di estrema destra Jörg Haider. Ebbene, oggi, nel cuore dell'Europa, c'è un Paese il cui governo imbavaglia i media, smantella i sistemi di protezione sociale e della sanità, rimette in causa diritti che credevamo acquisiti come il diritto all'aborto, criminalizza i poveri.
Apple ammette gli abusi nelle fabbriche di iPhone. Anche Apple ha una lista. E il 13 gennaio l’ha rivelata per la prima volta. È l’elenco dei suoi principali fornitori di hardware: oltre 150 fabbriche della catena produttiva di computer, iPad e iPhone vari disseminate nel mondo. Specialmente in Cina e nel Sudest asiatico.
Cina e Giappone adesso lavorano a un cordone sanitario anti eurodollaro. Pechino e Tokyo, anche per evitare il contagio, ora scambieranno nella loro valuta senza più usare il biglietto verde.
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